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domenica 19 dicembre 2010

Commonlands, il 2011 e i nostri programmi

Il 2011 è il primo anno della decade che ci siamo prefissi per fare molte cose innovative. Proviamo a dare un contributo di idee e di azioni per rimettere in pista il nostro Paese. Commonlands è finalmente NATA e muove i primi passi. Cosa possiamo fare da subito? Tre cose (per cominciare).

A) Sviluppare un programma-palinsesto che copra 12 mesi costruito sull'asse luogo da promuovere e persona "saggia" da coinvolgere come relatore. Il progetto, nell'insieme, deve avere un proprio equilibrio economico e pertanto ogni conferenza dovrà essere promossa come un mini evento, con un responsabile di progetto che ne curi il successo, la raccolta fondi e la promozione. Essendo un programma che assorbirà del tempo, e sappiamo che il tempo è una risosrsa molto scarsa, dovremo trovare una formula di remunerazione dei costi, anche delle persone/soci che vi lavoreranno(un vero e proprio budget per ogni evento e per il ciclo nell'insieme). Obiettivo finale una pubblicazione libro. Ogni evento sarà trasmesso in videoconferenza e alimenterà poi i vari canali social media.
B) Creare un panel di opinion leader del territorio (almeno 400/500 persone) ai quali di volta in volta chiedere opinioni e pareri su questioni di piccolo e grande cabotaggio (il tutto gestito attraverso la formula del survey online)

C)Sviluppare un programma di Certificazione del Paesaggio che si leghi ad un evento a premio nazionale fotografico (anche in questo caso remunerato da uno o più sponsor). L'idea è di promuovere nel 2012 un Festival del Paesaggio.

Nel frattempo abbiamo in cantiere alcuni convegni nella nostra zona Est-Ticino, ma anche a Roma di cui forniremo i dettagli a gennaio.
Le feste sono ormai prossime e nelle nostre teste e nel nostro cuore emergono altre priorità ed esigenze. La pausa e il riposo sono ambiti e necessari ma, anzi MA, non abbassiamo la guardia. A gennaio dovremo ripartire rapidamente, con i gruppi di lavoro e di progetto e abbiamo davvero molto, moltissimo da fare. Chiedo ai soci di mantenere alto il livello di attivazine dei propri neuroni-commonlands e agli indecisi di iscriversi all'associazione e proporre idee e programmi (compatibili con la nostra mission) che creino valore per tutti.

AUGURI a tutti, alle vostre famiglie, ai vostri amici e anche alla nostra malconcia Italia da rinvigorire...

BUON NATALE E BUON ANNO

martedì 14 dicembre 2010

Una formula contro il declino

E' tempo di redazione di bilancio statale anche nella efficiente Germania e pure tra i tedeschi la crisi mondiale si fa sentire condizionando le scelte politiche dello stato centrale. Ma a quella che sembra essere ormai una ricetta comune europea, vale a dire quella dei tagli, la cancelliera Merkel oppone una proposta di metodo di alto contenuto; così al superministro tedesco dell' economia delegato ai dolorosi tagli la signora a capo del governo propone una formula semplice ma interessante "Tutto si può tagliare tranne quanto riguarda cultura, educazione ed innovazione; questo rappresenta un problema? Bene, è un problema che va risolto." Brava, signora Merkel, questa è una ottima formula contro il declino incombente sull' Occidente. Ecco un segnale confortante dalla vecchia Europa!

venerdì 10 dicembre 2010

Non è più sempre la solita musica

Mi vorrei riallacciare all'articolo pubblicato il mese scorso, in cui si citava l'elenco del Maestro Abbado dei motivi per i quali non considera giusto apportare dei tagli alla Cultura, per sottolineare con gioia come un altro insigne esponente del mondo della Musica abbia preso posizione sul medesimo tema. Ebbene sì: la musica è cambiata! Dopo l'intervento del Maestro Daniel Barenboim alla Prima della Scala, possiamo usare senza tema di smentita questa metafora, che ci serve ad evidenziare come in questo nostro Paese, nell'occhio del ciclone per innumerevoli vicende, ci sia anche qualcosa che si sta muovendo in senso positivo, qualcosa da evidenziare. Cosa c'è di più bello infatti, che assistere alla rivendicazione ( garbata, misurata, ma categorica) da parte di esponenti di spicco della cultura internazionale, della tutela di un bene comune, che la nostra stessa Costituzione definisce tale? Quale soddisfazioine maggiore, per tutti coloro che questo bene hanno a cuore, vedere che portavoce di tale rango mettono a disposizione la loro visibilità, per perorare una causa che, forse, in qualunque Paese libero e progredito, non avrebbe nemmeno bisogno di essere sostenuta?
Si è parlato di Costituzione. Ed è profondamente vero che anche i valori intangibili vanno tutelati dalla legge. Non è un concetto dei giorni nostri, questo. Non dimentichiamo infatti che, già nell'antichità, era stata affermata l'inscindibilità di concetti come quello di bene assoluto, da quelli di giustizia e di bellezza, che venivano considerati un tutt'uno. Tutelare tutto ciò che è bello (si tratti di un paesaggio, di un patrimonio storico o artisitco) è non solo giusto, ma profondamente etico. E, nella visione comune che tutti noi abbiamo del concetto di Cultura, ogni singolo atto che vada potenzialmente a lederne l'integrità, l'incentivazione, la crescita, è ritenuto gravemente ingiusto e amorale.
La nostra Carta Costituzionale dice anche che vanno rimossi tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: èd per questo che siamo pienamente concordi e solidali con quanti si impegnano in attività volte a sostenere la crescita continua dell'individuo e la sua formazione nei diversi ambiti culturali, tradizionali ed innovativi.
La musica è finita, si diceva negli anni '60. No. La musica è cambiata, possiamo finalmente dire nel 2010.

martedì 7 dicembre 2010

200 Km di panorami

Mi ha fatto immensamente piacere vedere questo claim. 200 Km di panorami!
Ero appena uscito dal vagone della metro in cerca della solita scala mobile, tutti in fila, guardando fissi per terra per non inciampare e lì tra le scarpe le gambe della solita massa umana, ho letto:
200 Km di piste, 140Km di piste.
Subito ho capito che qualcosa non andava.
Ho associato, senza pensarci molto, il simbolo Km allo sci e di conseguenza ho letto piste e non panorami. Per colpa della dissonanza cognitiva mi sono preso anche qualche spintone, di tutti quelli che erano dietro di me e che non si erano accorti del valore del cartellone.
200 km di panorami. Che liberazione, che voglia di andare in montagna, tanto è freddo ovunque no?
200 chilometri, si si ben 200 km di panorami.
Con il sorriso stampato in bocca, e con la soddisfazione di aver raggiunto la scala mobile nonostante la calca, mi sono reso conto che non avevo la più pallida idea di quanto fosse e quanto valesse un solo chilometro di panorama.
So quanto vale e a cosa serve un chilo di carne, so quanto tempo posso impiegare per fare 200 km in macchina e so benissimo che un chilometro lo posso fare a piedi senza prendere nessun mezzo, ma quanto c'è in 1000 metri di panorama ma soprattutto si misura in largo o in lungo? E' quello che percorro o quello che vedo o quello che ho la possibilità di vedere?
Sentivo che mi serviva un po' di ordine, dei punti di riferimento per digerire il messaggio del cartellone.
Allora, ho iniziato a razionalizzare.
Sono a Milano, sotto terra e sto per uscire dalla bocca della stazione della metropolitana: quanti km di possibilità visiva avrò all'uscita? Un chilometro forse due, a mente non mi sono mai venuti bene i conti, ma pensando al panorama come la somma di tutti i metri dei palazzi, calcolati alla base, forse si arrivava a 3000 metri.
Bene abbiamo un punto di riferimento: quando si esce dalla metro si possono vedere almeno tre chilometri di panorama, urbano ma sempre panorama e per ora, escludiamolo. Teniamo conto solo del paesaggio naturale, consideriamo i rilievi, mi sono detto.
Le montagne sono quelle che definiscono la linea dell'orizzonte e allo stesso tempo limitano la vista a ciò che si trova prima di esse: perfetto ora so che i chilometri si contano sulle cime dei monti perché fermano lo sguardo.
Fuori dalla metro però non si vede nemmeno una montagna e allora ho fatto una piccola ipotesi, giusto per capire quanti sarebbero 200 km di montagne attorno a me.
Sono al centro di Milano, montagne non se ne vedono, ma immagino di stare al centro di un cratere, circolare diciamo, in modo tale da garantirmi una continuità di panorama montano. Quanto dovrebbe essere grande questo cratere per poter beneficiare di un panorama montuoso a 360 gradi di visuale? Quanto sarebbe distante? Presto detto, si rispolverano le formuline della circonferenza studiate alle scuole elementari, si approssima il π a 3.14159265 la C sta per la circonferenza C = 2 π r si rigira il tutto per calcolare il raggio r = C / 2 π si sostituiscono i simboli con i numeri r = 200 km / ( 2 * 3.14159265 )  ed eccolo qua il raggio del cratere immaginario r = 31.8309887 chilometri.
Quasi 32 chilometri di raggio, il doppio di diametro ma di quanto stiamo a parlare?
L'ho dovuto disegnare sopra la mappa per rendermene conto.



I bordi del cratere passerebbero per Monza, per Binasco, per Rho e anche per Cernusco sul Naviglio.
Ma in fondo le montagne dal centro di Milano non si vedono, in qualche rara occasione si vede spuntare qualche cima innevata in fondo a Viale Monza.
Cosa succederebbe a Bellagio? Tra Lago, montagne e scorci visivi che ti portano fino alla Svizzera come devono essere calcolati i km di panorama?
Andiamo a vedere la mappa di Bellagio e cerchiamo di capire dove sarebbe il cratere immaginario.



E' facile notare dalla mappa dei rilievi che il cratere non sarebbe interamente visibile da Bellagio allora il campo visivo si restringerebbe alle cime dei monti più alti e più vicini a noi, diciamo che il panorama visibile sarebbe quello tracciato dalla linea nera.
Non è possibile calcolare con l'"okkimetro" quanti chilometri di paesaggio sarebbero a nostra disposizione, il calcolo è complicato e probabilmente non sarebbe uguale a 200km un numero tondo diciamo e sarebbe limitato solo al paesaggio in rilievo e non sarebbe valorizzato il paesaggio di pianura o di mare.
A questo punto del ragionamento mi sono reso conto che il cartellone pubblicitario era un po' truffaldino e che mi aveva lasciato una gran voglia di andare a sciare e accresciuto il desiderio di comprendere e misurare le grandi emozioni che solo un gran bel paesaggio può dare, a 360 gradi.