Ho il piacere di pubblicare l'email di Giulia che si trova in Tanzania e racconta, quasi in tempo reale e con grande semplicità e trasporto emotivo la propria esperienza in un mondo che nonostante Internet resta distante.
Grazie Giulia
Ciao,
ci sono degli sprazzetti di internet.
Vediamo se riuscirò a mandare questo saluto tanzanotto.
Tutto bene, sto scrivendo in maniche corte!
In
realtà sta iniziando la stagione delle piogge e c’è spesso un cielo
dublinese, ma si sta proprio bene come temperatura, mi sembra di essere
ad Asiago in estate. Un bel temporalone al giorno che con il tetto di
zinco fa un rumore fortissimo, divertente.
Che racconto... che l’Africa ogni tanto fa proprio bene, altro che servizio militare.
Ti
richiede una pazienza infinita, ti scombussola e contraddice parecchi
criteri di giudizio, ti ricorda che ci vuole poco, quasi niente. A me
piace.
Il villaggetto è simpatico, piccolino. Sembra un presepietto, animali, gente, case, negozietti tutti vicini vicini vicini.
C’è
una città grande non troppo lontano (fatto un paio di gite) quindi qui
c’è gran varietà di ingredienti, mai mangiato riso e fagioli.
La
guest house dove sono è gestita da donna Teresa, arzilla e spettacolare
84enne dalla Valle D’Aosta che tiene ben sull’attenti le cuoche,
giardinieri e tuttofare. A suo agio con email e skype, una bomba.
Sono
stra adorata da Sherif, il cane della casa. Non si capacita ancora di
essere coccolato un pò, mi sta sempre addosso . gni volta che lo vedo
gli raccomando che non voglio vedere nemmeno un lombrico qui intorno.
Pare siano diffusi i cobra qui, ne hanno ucciso un paio poco tempo fa
(non ho voluto sapere dove li hanno trovati) e ne hanno visto uno
settimana scorsa lungo la strada. Ma l’importante è che io non li veda.
Me la sto cavando molto bene con le lucertolone giganti (ma proprio
grandi) dai colori impossibili.
Le becco spesso che fan flessioni, assurdo, van su e giù velocissime con le zampone anteriori. Ci tengono proprio.
Ritmi
tranquilli dai... e non è che mi sto proprio affannando o cosa.. se non
hanno voglia di darmi i dati, li recupero dal lavoro fatto a maggio
nell’altro ospedale.
Questo
ospedale è più grande, mi sembra molto incasinato... eppure ho scoperto
che c’è stato pure un progetto di cooperazione giapponese per
l’applicazione del Kaisen. Va beh ... la stessa cooperazione pone grandi
questioni a volte.
Se
dopo due settimane saltano ancora fuori per caso nuovi nomi di persone
che lavorano nell’ospedale e quelli dell’amministrazione non hanno
voglia di fare una lista completa di tutti i nomi, beh... chi c’è c’è e
chi non c’è, “pole”!
Pole
è la parola in swahili che mi piace di più e che sto usando alla
grande... vari significati: “mi spiace”, “C...I tuoi” e “piano”,
perfetta per quasi tutte le situazioni insomma.
La valigia è arrivata una settimana dopo di me, era stata data per “scomparsa” i primi 4 giorni, bella sensazione.
E
fino all’ultimo una sofferenza... dalla capitale l’hanno mandata qui su
una specie di autobus che è arrivato ore ed ore in ritardo causa
camion di traverso sulla strada.
Ma questo ritardo mi ha dato modo di scoprire il locale figone della città... MIAMY BEACH.
La
faccio breve, seratona indimenticabile grazie al Cetto Laqualunque di
Iringa, un ippopotamo dalle sembianze umane che ha pagato per tutti
dentro il locale.
Unico
nel modo in cui estraeva una banconota alla volta e la sbatteva sul
tavolo (pezzettini piccoli cosi la cosa è durata un sacco di tempo). Non
ho potuto rifiutare una bottiglia di vino (aceto zuccherato, non son
riuscita a mandarlo giù, impossibile) e non sentire le doti da
imprenditore..continuava a dirmi che lui fa “wood e shops”. Alla fine ho
capito che gestisce il traffico nero di legname pregiato della zona e
controlla il pizzo dei negozi della città. Ha il suo bel da fare.
Poi
è saltato fuori un tipo dall’italiano perfetto (con accento bolognese),
3 anni in Italia con Enel , cose varie ma la chicca è il suo viaggio
con un amico in motocicletta: Iringa-Ferrara (Italy). Temo sia vero. 3
mesi. Tanzania, Kenya, Ethiopia, Sudan, Egitto, Grecia (traghetti vari),
Bari e su... son riusciti a far resuscitare la moto 5 volte.
Insomma, quasi quasi speravo che la valigia ritardasse ancora.
Altra
cosa degna di nota.... mio nuovo record. 5.45 di messa in swahili. Che
se contiamo i balli e processioni fuori dalla chiesa prima di entrare
fanno 7 ore.
Entrati
in chiesa alle 10, usciti alle 15.45. Il tutto su banco di legno senza
schienale. Ho avuto momento di crisi forte alle 13 poi... beh, perso la
cognizione spazio temporale e mi veniva da ridere. Festeggiavano il
25esimo di varie suore, l’entrata di qualche nuovo pretino giovane.
Parenti venuti in autobus dall’Uganda, spettacolare. Le suore addobbate
come alberi di natale, festoni di natale al collo, collanone fiori
plastica terrificanti in testa. Alla suoretta più vecchia han fatto
coroncina con lucette di natale. Le varie foto venivano fatte vicino
presa corrente per poter accendere le luci e quindi la suora. Favoloso.
Dublino
me la sento molto lontana ma la mental health neanche tanto... due
settimane fa salvata per un pelo bimba di un mese sotterrata viva dalla
madre.
Anche
questa è Africa, sì. Va dosata. Europei calati in queste realtà x
troppo tempo... niente da fare, li vedo quasi tutti inaciditi ed
incattiviti dalla stanchezza e lontananza. Mi sento privilegiatissima
poter fare questi intervalli brevi, ottimi.
L’altro
giorno chiedo ad uno degli italiani qui se rientra per Natale e mi
risponde “cosa vuoi che rientri per sentirmi fare le solite cretine
domande sull’Africa”.
Se
un giorno mi sentirete dire una cosa del genere, tiratemi pure una
sberla e preoccupatevi, Grazie. Io torno volentieri per Natale (niente
Zanzibar, amen) e spero raccontarvi altre chicche!
Intanto continuo a far scorta di frutta buona buonissima che ci sarebbe da commuoversi mentre la si mangia.
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